Il Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani

03. Aprile 2018 Notizie 0
Il Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani

Il Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani 

Il Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani fu iniziato ai primi degli anni venti del XX secolo da Gelasio Caetani e arricchito dalla madre inglese Ada Wilbraham, dalla cognata americana Maugurite Chapin e dalla nipote Lelia Caetani, pittrice e ideatrice della Fondazione Roffredo Caetani.

Il Giardino è di proprietà della Fondazione ed è Ente Morale riconosciuto con D.P.R. nr. 311 del 3 maggio 1978. 

La Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta Onlus fu istituita, per volontà della principessa Lelia Caetani, il 14 luglio 1972. Contestualmente fu approvato lo Statuto che reca, all’articolo 1, le motivazioni della istituzione: “per onorare e perpetuare la memoria del suo grande Casato e per continuare il lavoro sociale ed educativo iniziato nel Castello di Sermoneta da suo padre, Roffredo Caetani, Duca di Sermoneta, e da sua madre Marguerite Caetani”.  

Castello Caetani – Fondazione Roffredo Caetani

Il Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani, situato all’interno della Riviera Pontina, ha al suo interno il castello Caetani, situato nel borgo medievale di Sermoneta, risalgono al XIII quando la Santa Sede affidò alla famiglia baronale degli Annibaldi le città di Sermoneta, Bassiano, San Donato e altri territori annessi.

Gli Annibaldi costruirono un’imponente rocca caratterizzata dal Maschio, una torre alta 42 metri e da una contro torre, detta Maschietto. La rocca rappresentava il fulcro della vita cittadina, con la Chiesa di San Pietro in Corte edificata in Piazza D’Armi e l’ampia cisterna per la raccolta dell’acqua piovana costruita per ovviare alla mancanza d’acqua dovuta all’elevata posizione geografica.

Nel 1297 Pietro II Caetani, Conte di Caserta, comprò Sermoneta, Bassiano e San Donato per la somma di 140 mila fiorini d’oro e Ninfa per 200 mila. Gli Annibaldi si trovavano in difficili condizioni economiche, non fu quindi difficile per il Caetani impossessarsi di quei territori che avevano un’importanza strategica: alle porte di Roma, vicini al mar Tirreno e attraversati dalla via Appia e dalla via Pedemontana, al tempo unico collegamento percorribile per coloro che si recavano al sud. I Caetani avviarono lavori di ampliamento e costruzione. Un’opera imponente risalente al XIV è la “Sala dei Baroni”, lunga 22 metri, adibita a centro di discussione degli affari del feudo.
I Caetani dimorarono stabilmente presso il castello solo a partire dal Quattrocento, quando Giacomo II ottenne i diritti di vicariato generale.
Nella seconda metà del Quattrocento, salì al potere Onorato III Caetani anch’egli si dedicò all’edilizia, ma soprattutto all’arte. Risalgono al 1470 le “Camere Pinte”, stanze affrescate con figure mitologiche dipinte da artista ignoto, probabilmente appartenente alla Scuola del Pinturicchio.
Nel 1499 l’ascesa dei Caetani fu interrotta da Alessandro VI Borgia che li scomunicò con una bolla pontifica, togliendo loro beni, privilegi e diritti.
Sotto i Borgia il castello divenne una fortezza militare, fortificarono la cinta muraria, distrussero l’ultimo piano del Maschio e rasero al suolo la Chiesa di San Pietro in Corte, senza alcun rispetto per le spoglie dei Caetani ivi sepolte sin dal 1400. Il castello divenne impenetrabile tanto che, nel 1536, lo stesso Carlo V con 1000 cavalli e 4000 fanti non riuscì ad espugnarlo.

Alla morte di Alessandro VI, Giulio II nel 1504 riconfermò i Caetani Signori di Sermoneta.
Nel Seicento Sermoneta non aveva più l’importanza strategica di un tempo, così i Caetani si trasferirono altrove: iniziò il lento abbandono del castello. Nel Settecento subì devastazioni e saccheggi da parte di militari spagnoli e francesi, durante l’Ottocento era in tali cattive condizioni che venne dato in affitto come magazzino militare e per derrate alimentari. Solo alle fine dell’Ottocento i Caetani tornarono ad occuparsene avviando imponenti lavori di restauro e trasformandolo in centro sociale e educativo.
Oggi la Fondazione Roffredo Caetani lo tutela e conserva, cercando di perpetuare l’opera iniziata dal plurisecolare Casato.

Il Giardino di Ninfa

ll Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani, situato all’interno della Riviera Pontina è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000 al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale, l’habitat costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti che costituiscono la naturale cornice protettiva dell’intero complesso, nelle quali è compreso anche il Parco Naturale Pantanello, inaugurato il 15 dicembre 2009.

ll Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani, da cui trae origine il nome Ninfa deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, costruito nei pressi dell’attuale giardino.
A partire dal VIII l’Imperatore Costantino V Copronimo concesse a Papa Zaccaria questo fertile luogo, facente parte di un più vasto territorio chiamato Campagna e Marittima, entrò a far parte dell’amministrazione pontificia. Al tempo contava solo pochi abitanti, ma aveva assunto un ruolo strategico per la presenza della Via Pedemontana: trovandosi ai piedi dei Monti Lepini, era l’unico collegamento alle porte di Roma che conduceva al sud quando la Via Appia era ricoperta dalle paludi. Dopo l’XI secolo Ninfa assunse il ruolo di città e fra le varie famiglie che la governarono ricordiamo i Conti Tuscolo, legati alla Roma pontificia, e i Frangipani, sotto i quali fiorì l’architettura cittadina e crebbe la considerazione economica e politica di Ninfa, ricordiamo infatti che nel 1159 il cardinale Rolando Bandinelli fu incoronato pontefice Alessandro III nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel 1294 salì al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, figura potente e ambiziosa, che nel 1298 aiutò suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa ed altre città limitrofe, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino, presenza che sarebbe durante per sette secoli.
Pietro II Caetani ampliò il castello della città, aggiungendo la cortina muraria con i quattro fortini e innalzando la torre, già presente, a 32 metri, e realizzò il palazzo baronale.

Il Giardino di Ninfa – Fondazione Roffredo Caetani: Foto di Ilovegaetafotografando

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